Professor
Beals + Lyon Architects [CL]
Archipelago Marghera
“The city must be a place of waste, for one wastes space and time, everything mustn’t be foreseen and functional… the most beautiful cities were those where festivals were not planned in advance, but there was a space where they could unfold”.
(Lefebvre, 1987)
Space and Time In Between
Nowadays being always online, connected and available, mobile technology has mostly erased any space for leisure and quietness. If we compare the ‘Flanèur’ -the bohemian, daydreamer or cultured person who had time to stroll in the city- with the ‘Commuter’, the person who has to travel every day from home to work with the pressure to convert that time into a productive space, it is possible to see that what is lacking is really that space and time ‘in between’, now converted as an imperative space for production by modern society. The otherwise ‘unproductive’ gaps somehow need to be filled.
Of Boundaries and Borders
Venice, surrounded by the lagoon, is obviously an island. On the other hand, Marghera, surrounded by artificial boundaries, is no less isolated from the territory around it.
A boundary is a dividing line, something that indicates a border which intends to separate, to define, to make things distinct and clear: objects, spaces, uses, customs and administrations. But to look at a boundary is not to look only at the most obvious side of the line where things finish, stop or remain trapped. As Heidegger noted, a boundary has a two-fold condition: it is not that at which something stops but, as the Greeks recognized, the boundary is that from which something begins its presencing. (Heidegger, 2001)
During the workshop we will ask what if Marghera’s widest border towards Venice is fragmented or dissolved (the lagoon itself), thus becoming an in-between space. As with Leonardo’s sfumato, we will investigate formal processes by which a boundary can become many: vague, obscured or less distinct.
Archipelago Marghera
We will look for ways to integrate and recover Marghera outside Marghera, extending Venice DNA’s pedestrian fabric and human scale on a succession of public spaces over the lagoon. A series of memorable pieces, like Piranesi’s drawing of fragments of the marble plan of ancient Rome. Following Lefebvre’s statement, we will build an archipelago that provides the background where unforeseen situations and events could unfold; an intervention capable to infuse new life into a decaying city, triggering change and renovation onto the whole area.
Questions
We will work as a studio on a single architectural proposal, a ‘think (and do) tank’, speculating in smaller groups about near futures and alternative nows that could emerge within the archipelago. Rather than a problem solving approach, we are interested in raising and exploring new questions about the future of Marghera. Some of the questions that we will address are:
How can we transform the polarized relationship between Marghera and Venice into an endless gradation that acknowledges no end?
What uses could unfold within this new, in between space?
What is the structure that supports such situations and events? How is it built?
*****
“La città deve essere un luogo di sprechi, e affinché uno sprechi spaio e tempo, tutto non deve essere previsto e funzionale … le più belle città erano quelle in cui i festival non sono stati pianificate in anticipo, ma c’era uno spazio dove si potevano dispiegare “.
(Lefebvre, 1987)
Spazio e Tempo ‘In Between’
Al giorno d’oggi essere sempre on-line, connesso e disponibile, la tecnologia mobile ha in gran parte cancellato ogni spazio per il tempo libero e tranquillità. Se confrontiamo il ‘flâneur’ -il bohemien, sognatore o colto che aveva il tempo di passeggiare nel città- con il ‘Commuter’, la persona che deve viaggiare ogni giorno da casa al lavoro con la pressione per convertire quel momento in uno spazio produttivo, è possibile vedere che ciò che manca è veramente che spazio e tempo ‘in between’, ora convertito come spazio necesariamente di produzione dalla società moderna. Le lacune altrimenti ‘improduttive’ in qualche modo devono essere riempite.
Dei Confini e Delle Frontiere
Venezia, circondata dalla laguna, è ovviamente un’isola. D’altra parte, Marghera, circondata da confini artificiali, non è meno isolata dal territorio circostante.
Un confine è una linea di demarcazione, qualcosa che indica un bordo che intende separare, per definire, per rendere le cose netta e chiara: oggetti, spazi, usi, costumi e amministrazioni. Ma a guardare un confine, non è guardare solo il lato più evidente della linea in cui finiscono, si fermano o rimanergono intrappolate le cose. Come nota Heidegger, un confine ha una condizione duplice: non è il luogo in cui qualcosa termina, ma, come i greci riconosciuto, il confine è ciò da cui qualcosa comincia ad essere. (Heidegger, 2001)
Durante il workshop ci chiederemo cosa succede se il confine più ampio di Marghera in direzione Venezia venisse frammentato o sciolto (divenendo la laguna stessa), diventando così uno spazio in-between. Come con sfumato di Leonardo, studieremo processi formali con cui un confine può diventare molti: vago, oscurato o meno distinto.
Arcipelago Marghera
Cercheremo modi per integrare e recuperare Marghera fuori Marghera, estendendo il DNA fatto di tessuto pedonale e scala umana di Venezia su una successione di spazi pubblici sulla laguna. Una serie di pezzi memorabili, come i disegni di Piranesi di frammenti della pianta marmorea di Roma antica. Cogliendo la suggestione di Lefebvre, costruiremo un arcipelago che fornisce lo sfondo in cui situazioni e eventi imprevisti possano svolgersi; un intervento capace di infondere nuova vita in una città decadente, innescando il cambiamento e il rinnovamento su tutta la zona.
Domande
Lavoreremo come uno studio su una sola proposta architettonica, un ‘think (and do) tank’, speculando in piccoli piú gruppi su futuri e presenti alternativi che potrebbero emergere all’interno dell’arcipelago. Piú che proporre una soluzione ad un problema, siamo interessati a sollevare e ad esplorare nuove domande sul futuro di Marghera.
Alcune delle domande che affronteremo sono:
Come possiamo trasformare il rapporto polarizzata tra Marghera e Venezia in una gradazione infinita che non conosce mai fine?
Che usi potrebbe svolgersi in questo nuovo, spazio di mediazione?
Qual è la struttura che sostiene tali situazioni ed eventi? Come è costruita?
*****
Heidegger, M. (2001) Building Dwelling Thinking. London: Harper Perennial Modern Classics, 2001
Lefebvre, H. (1987) ‘The Everyday and Everydayness’ , Yale French Studies N.73