Professor
Gundula Rakowitz [IUAV]
Atonal Polyphony 100 + n
The case of the investigation is the metropolitan city of Venice and in particular a specific part of the Venetian archipelago that today requires new experimental and operational actions for its own future: Porto Marghera.
In depth exercises will take place during the class aiming to tackle different design scales simultaneously and assume the natural-artificial landscape of the lagoon metropolis as the site. The study is based on the profound changes that the living conditions experienced on a large scale.
The vast liquid plains of the Venetian lagoon archipelago can be imagined as a large painting consisting of points, lines and planes, either continuous or discontinuous, multi-coloured or monochrome where Porto Marghera represents one of the atonal parts, which contains within itself almost mathematical themes, rhythms, notes, sounds and pauses. Marghera appears as the great atonal polyphony of an industrial archaeology that seeks to recover a poetic dimension within the Venetian lagoon’s metropolitan system. Porto Marghera looks simultaneously at Venice and its hinterland finding itself in a border situation charged with great dynamis coming from both land and water.
This Venetian polyphony is dominated by almost invisible stratifications, on one side the submerged channels that only in case of low tides show precisely their routes and on the other side the contaminated and polluted soil of Marghera. This contrast of visible versus invisible evokes the image of a Venetian Medusa. That Medusa which lies below the surface of the water and soil, under the Proteus-like forum, where the system of minor and major submerged channels forms a snaked hair head of Medusa. Venice is Medusa, petrified by its own gaze reflected into the mirror: Marghera. Here Perseus moves to his quest to find the limits of the well-known world, after entering the lagoon through one of the three Bocche di Porto,
A compositional operation of transposition, imagination and invention of ancient and new architectural figures, Forte Marghera (with its fences system) and the squared ring, which will establish and test new relations amongst empty spaces and full spaces by measuring the space in between, the Zwischenraum, the silence that binds, interrupting it, the rhythm of the whole. The issue of the Zwischenraum, in its most inner tension to the dimension, not as a place of result, but as the project site, seeks a dialectical design confrontation both with existing lagoon urban textures, and with the invention of a new texture for the industrial city of Marghera.
We imagine to overlay and contrast to the polluted and contaminated areas of Porto Marghera with a new urban-scaled texture, a set consisting of 100 + n square rings, of which a precise number will be developed in an architectural scale. The geometric relationship of the texture between full and empty is 1 : 1. In the design process this relationship can be subject to changes, as well as the orientation and position.
Each square’s edge measures 300 m and is suspended from the ground to a height of 105 m reinventing the pattern of competition project for the Turin Headquarters Locomotive 2 by Luca Meda, Gianugo Polesello and Aldo Rossi.
Students will strategically locate one or more squared rings within the new grid and will be encouraged to develop, through an experimental procedure, the project of one of the square-shaped rings addressing the following relationships among others: structure-megastructure-infrastructure, singularity-repetition, rule-exception, principle-transgression, continuity-discontinuity, unity-fracture, full-empty, indoor-outdoor.
Il caso d’indagine è la città metropolitana di Venezia e, in particolare, una parte specifica dell’arcipelago veneziano che oggi esige azioni operative nuove e sperimentali per un proprio futuro: Porto Marghera.
Il workshop prevede momenti di approfondimento di temi progettuali che investono simultaneamente scale differenti e assumono il paesaggio naturale-artificiale della metropoli lagunare come proprio luogo. Lo studio si basa sulle trasformazioni profonde che le condizioni di vita hanno sperimentato su vasta scala.
Immaginiamo le vaste pianure liquide dell’arcipelago lagunare veneziano come grande quadro consistente di punti, linee, superfici continue o discontinue, multicolori o monocrome, dove Porto Marghera rappresenta una delle parti atonali che contiene in sé temi quasi matematici, ritmi, note, suoni e pause. Marghera appare come una grande polifonia atonale di memoria di un’archeologia industriale che cerca di reinventare una dimensione poetica all’interno del sistema metropolitano veneziana. Porto Marghera guarda contemporaneamente a Venezia e al suo Hinterland trovandosi in una situazione limite tra terra e acqua di grande dynamis futura.
Questa polifonia veneziana è dominata da stratificazioni quasi invisibili: da un lato dai canali sommersi che soltanto con le basse maree rivelano precisamente il loro percorso e dall’altro dalla terra contaminata e inquinata di Marghera. Questo rapporto tra invisibile e visibile fa scaturire l’immagine della Medusa veneziana. Quella Medusa che si trova sotto la superficie dell’acqua e della terra, sotto il foro proteiforme, dove il sistema dei canali minori e maggiori sommersi forma i capelli-serpenti della testa della Medusa. Venezia è Medusa, pietrificata dal suo stesso sguardo riflesso dal suo specchio: Marghera. Qui Perseo muove alla sua ricerca per trovare i limiti del mondo conosciuto, dopo essere entrato nella laguna per una delle tre Bocche di Porto.
Si attiva un’operazione compositiva di trasposizione, immaginazione e invenzione di figure architettoniche antiche e nuove, il Forte Marghera (con il suo sistema dei recinti) e l’anello quadrato, che verifica la costruzione di rapporti tra spazi vuoti e spazi pieni misurando lo spazio in mezzo, lo Zwischenraum, il silenzio che lega, interrompendolo, il ritmo dell’insieme. La questione dello Zwischenraum, nella sua intima tensione alla dimensione, non più come luogo di risulta, ma come luogo di progetto, cerca un confronto progettuale dialettico sia con le tessiture urbane lagunari esistenti, sia con l’invenzione di una nuova tessitura per la città industriale di Marghera.
Immaginiamo di sovrapporre e contrapporre alle aree inquinate e contaminate di Porto Marghera una nuova trama a scala territoriale, un insieme costituito da 100 + n anelli quadrati, dei quali solo un certo numero sarà sviluppato a scala architettonica. Il rapporto geometrico della tessitura tra pieno e vuoto è 1 : 1. Nel percorso progettuale esso può subire delle variazioni, come pure l’orientamento e la posizione.
Ogni quadrato misura 300 m di lato ed è sospeso da terra per un’altezza di 105 m, re-inventando così lo schema del progetto di concorso Locomotiva 2 di Luca Meda, Gianugo Polesello e Aldo Rossi per il Centro Direzionale di Torino.
A partire dalle prove di una o più collocazioni all’interno della nuova griglia gli studenti saranno invitati a sviluppare, attraverso una procedura sperimentale, il progetto di uno degli anelli a forma quadrata affrontando per esempio il rapporto tra struttura-sovrastruttura-infrastruttura, o/e singolarità-ripetizione, regola-eccezione, principio-trasgressione, continuità-discontinuità, unità-frattura, vuoto-pieno, interno-esterno.